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Lesione dei tessuti molli: come curarla

In questo articolo, scritto dal Fisioterapista Dottor Riccardo Faccio, ci concentreremo su come curare la lesione dei tessuti molli (quali muscoli, tendini e legamenti) con uno specifico protocollo medico.

La lesione dei tessuti molli

Il modo in cui comportarsi dopo un trauma o una lesione dei tessuti molli (quali muscoli, tendini, legamenti) in seguito, ad esempio, ad una distorsione della caviglia o ad una lesione muscolare, è sempre stato un punto di dibattito sia tra professionisti della salute che tra pazienti e sportivi.

Mettere subito il ghiaccio? Riposo completo o parziale? E gli anti-infiammatori? Nel corso degli anni sono stati attribuiti diversi acronimi per identificare l’approccio più adatto a trattare in fase acuta queste problematiche.

Partendo dal protocollo ICE (ghiaccio, compressione, elevazione), passando poi al RICE (riposo, ghiaccio, compressione, elevazione) arrivando al POLICE (protezione, carico ottimale, ghiaccio, compressione, elevazione).

Lesione dei tessuti molli

Come curare queste lesioni?

Grazie ai più recenti studi ora sappiamo che tutto ciò di cui un infortunio ai tessuti molli ha bisogno è inserito all’interno del protoccolo PEACE & LOVE.

Nei primi giorni in seguito ad un trauma necessitiamo di PEACE.

  • Protezione (P): ridurre o evitare i movimenti ed il carico per i primi 1-3 giorni in modo da minimizzare il rischio di aggravare il danno.
  • Elevazione (E): portare l’arto lesionato più in alto del cuore in modo da favorire il ritorno venoso e ridurre il gonfiore.
  • Evitare Anti-infiammatori (A): l’infiammazione nelle sue varie fasi aiuta a riparare il tessuto lesionato, perciò l’utilizzo di farmaci per inibirla potrebbe influire negativamente sulla guarigione a lungo termine, specialmente se utilizzati ad alti dosaggi.
  • Compressione (C): la compressione con un tape o un bendaggio aiuta a ridurre l’edema e l’emorragia.
  • Educazione (E): il terapista deve educare il paziente sui benefici di un recupero attivo e non focalizzarsi solo su trattamenti passivi; una migliore educazione sulla gestione dei carichi è utile a ridurre il fenomeno del “sovratrattamento” ed evitare di dover ricorrere ad iniezioni o chirurgia.
Lesione dei tessuti molli

E’ stata inoltre messa in dubbio l’utilità del ghiaccio: nonostante il suo uso massiccio, non esistono prove di alta qualità sulla sua efficacia per il trattamento delle lesioni dei tessuti molli.

Il ghiaccio, anche se utile analgesico, potrebbe potenzialmente interrompere l’infiammazione e la rivascolarizzazione, portando ad una ridotta riparazione dei tessuti ed eccessiva sintesi di fibre collagene.

Lesione dei tessuti molli

La seconda fase

Nella seconda fase, dopo qualche giorno, necessitiamo di LOVE.

  • Carico (L): appena i sintomi lo permettono è fondamentale riprendere a caricare gradualmente la struttura; il carico ottimale promuove la riparazione, il rimodellamento e riporta la capacità di tolleranza a tendini, muscoli e legamenti.
  • Ottimismo (O): fattori psicologici, come la paura, possono rappresentare degli ostacoli al recupero; un approccio ottimista e realistico è associato ad una prognosi migliore.
  • Vascolarizzazione (V): l’attività aerobica migliora il flusso sanguigno della struttura sofferente migliorando la funzionalità e promuovendo un recupero più veloce.
  • Esercizio (E): l’esercizio è in grado di migliorare mobilità, forza e propriocezione ed è un elemento fondamentale per prevenire future recidive. Gli esercizi devono essere specifici e personalizzati in base alla richiesta funzionale del paziente ed al meccanismo di lesione/infortunio.
Lesione dei tessuti molli

Conclusioni

Nei primi giorni, in seguito ad una lesione dei tessuti molli, che sia una distorsione di caviglia o uno stiramento muscolare, è importante proteggere la struttura lesionata in modo da non aggravare la sintomatologia, evitando l’utilizzo di anti-infiammatori se possibile.

Essi possono nel breve termine velocizzare la riduzione dei sintomi ma nel lungo termine influenzare negativamente la riparazione dei tessuti lesi. Anche se in minor quantità, il ghiaccio sembrerebbe agire in modo simile sulla guarigione. Ciò non vuol dire eliminare il suo utilizzo categoricamente, ma dove possibile evitarlo o non abusarne.

Nella fase successiva sono di centrale importanza il carico precoce e la progressione dell’esercizio a discapito del riposo completo e dei soli trattamenti passivi.

A tal riguardo, dopo un’attenta valutazione fisioterapica, specifici trattamenti manuali abbinati all’esercizio potrebbero essere utili a migliorare la mobilità e ridurre la sintomatologia dei tessuti molli.

Articolo scritto dal Dott. Riccardo Faccio, fisioterapista specializzato in terapia manuale e riabilitazione dei disturbi muscolo-scheletrici, istruttore di tecnica di corsa riconosciuto dal CONI. Esperto nella cura e prevenzione degli infortuni nel corridore e fondatore di Fisiorunner, servizio che si occupa di valutazione, retraining della corsa, trattamento e prevenzione degli infortuni del corridore.

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