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Tendinopatie nel runner

In questo articolo, scritto dal Fisioterapista Dottor Riccardo Faccio, ci concentreremo sulle tendinopatie che possono colpire i runner, per capirne le cause e la corretta gestione.

Le tendinopatie

Le tendinopatie sono tra le principali patologie che colpiscono il runner, perciò capire il reale motivo della loro insorgenza ci aiuta a comprendere come gestirle e, soprattutto, come prevenirle.

Per definire le  problematiche legate ai tendini è ancora spesso erroneamente utilizzato il termine “tendinite”, termine che in realtà è stato da tempo sostituito dalla definizione tendinopatia.

Numerosi studi hanno dimostrato, infatti, come il persistere di questa problematica non sia dovuto principalmente ad un processo infiammatorio, che può essere comunque presente, ma più ad una alterazione nella struttura tendinea.

Per entrare nello specifico, per comprendere meglio quello che verrà spiegato in seguito, queste alterazioni includono:

  • attivazione eccessiva di tenociti: i quali sottraggono spazio alla matrice extracellulare e comportano una modifica della funzione cellulare
  • alterata architettura di fibre collagene: le fibre collagene sono indebolite, meno compatte con la conseguenza di una ridotta capacità di assorbire forze
  • presenza di proteoglicani più grandi: che immagazzinano più acqua e gonfiano il tendine  
  • proliferazione di vasi sanguigni e nervi: i primi sfaldano ulteriormente i fasci collagene all’interno del tendine, i secondi facilitano la percezione dolorifica.

Come fare a capire se ho una tendinopatia?

Solitamente i sintomi sono un dolore localizzato al tendine, rigidità e dolore mattutino che migliora con il movimento, mentre durante l’attività fisica migliora durante il riscaldamento (effetto warm-up) ma aumenta con l’aumento del carico.

Il runner spesso riferisce una sintomatologia di lunga durata che migliora con il riposo o l’assentarsi dalla corsa e che si riacutizza una volta che si riprende la suddetta attività e/o aumentandone l’intensità.

Tendinopatie nel runner

Cause principali

I fattori principali che portano ad una tendinopatia sono: l’eccessivo e/o repentino aumento di carico sul tendine protratto nel tempo, il quale non permette il giusto adattamento del tendine ad esso, così come l’assenza di carico che indebolisce il tendine e favorisce la comparsa di tendinopatia una volta che il carico viene aumentato senza una corretta progressione.

Aumento troppo rapido nel volume o intensità degli allenamenti di corsa oppure cambiamenti nella tipologia del terreno ne sono gli esempi più frequenti.

Esistono poi altri fattori intrinseci come: squilibri muscolari, deficit di mobilità, assunzione di farmaci che indeboliscono il tendine (es: antibiotici), diabete tipo 2 e fattori genetici.

Come gestire una tendinopatia

A questo punto possiamo scegliere se diminuire il carico per ridurre i sintomi, rinforzare il tendine per aumentare la sua capacità di sopportazione oppure fare entrambe le cose.

Il motivo per cui gran parte dei pazienti continua a soffrire di questa patologia è perché ci si concentra soltanto sul primo aspetto; togliendo il carico migliorano i sintomi, ma una volta ripresa l’attività essi ritornano.

Trattamenti passivi:

Nella cura delle tendinopatie vengono spesso utilizzati trattamenti passivi come le terapie fisiche (laser, tecar, ultrasuoni) o massaggi del tendine. Questi trattamenti si fondano sulla concezione che il tendine infiammato deve essere “disinfiammato” per togliere il dolore.

Le attuali evidenze scientifiche ci dimostrano che questi trattamenti non hanno grossa efficacia nella risoluzione della patologia, ed il motivo risiede nel fatto che il problema principale non è l’infiammazione, ma la perdita di tolleranza al carico del tendine e nessun trattamento passivo può ridare al tendine la forza e la resistenza che aveva prima.  

Tendinopatie nel runner

Esercizio terapeutico:

Il miglior trattamento per le tendinopatie consiste nella corretta prescrizione di esercizi con carico graduale in grado di ridare al tendine la sua capacità di tolleranza.

Studi dimostrano che l’esercizio agisce sulla sintesi di fibre collagene e sulla riduzione dell’attività dei tenociti che, come è stato dimostrato all’inizio di questo articolo, erano alterate; non meno importante l’esercizio ha un effetto analgesico.   

Un approccio attivo quindi porta ad un migliore recupero e ad una risoluzione a lungo termine del problema. La tipologia e l’intensità degli esercizi dovrà essere graduata in base alla fase della tendinopatia, acuta o cronica, ed in base alle caratteristiche del paziente.

Perciò è necessaria una meticolosa valutazione fisioterapica in grado di fornire al paziente le giuste indicazioni sul trattamento. Nel prossimo articolo andremo ad approfondire le modalità di somministrazione dell’esercizio e la progressione del carico per un graduale ritorno alla corsa.

Consigli:

  • Evita il riposo completo
  • Non affidarti soltanto ai trattamenti passivi
  • Non sospendere gli esercizi al cessare dei sintomi
Tendinopatie nel runner

Articolo scritto dal Dott. Riccardo Faccio, fisioterapista specializzato in terapia manuale e riabilitazione dei disturbi muscolo-scheletrici, istruttore di tecnica di corsa riconosciuto dal CONI. Esperto nella cura e prevenzione degli infortuni nel corridore e fondatore di Fisiorunner, servizio che si occupa di valutazione, retraining della corsa, trattamento e prevenzione degli infortuni del corridore.

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